Cari Colleghe e Colleghi,
comincio con il ringraziarvi per la fiducia accordata a questo nuovo Direttivo che mi onora presiedere e che sono certo saprà rafforzare in tutti noi il senso di appartenenza alla famiglia ordinistica perseguendo con determinazione la tutela e gli interessi della categoria medica e odontoiatrica.

Mi preme ribadire come ancora oggi l’Ordine dei medici svolga un ruolo fondamentale per la tutela della professione medica e odontoiatrica, intervenendo sull’aggiornamento professionale dell’iscritto e sulla buona applicazione del Codice Deontologico, agendo come organo sussidiario dello Stato.

Ribadisco inoltre come l’atto medico debba essere inteso come relazione paritaria tra medico e persona, e che non abbia nessun condizionamento se non quello del bene della persona assistita.

So che soprattutto tra i più giovani il doversi iscrivere per esercitare è spesso percepito esclusivamente come onere economico, per questo rivolgo a loro in particolare l’invito a frequentare l’Ordine, a partecipare alle attività collettive, a proporre iniziative di loro interesse.

Vorrei ricordarvi che l’Ordine si adopera fin dalla sua istituzione:

  • per la difesa degli interessi dei medici, garantendo il rispetto delle normative e dei principi etici;
  • per la regolamentazione dell’esercizio professionale: dai requisiti per l’iscrizione,
  • alla formazione professionale continua, al mantenimento dei requisiti necessari;
  • per garantire la qualità dell’assistenza sanitaria ai cittadini, monitorando la condotta professionale dei medici e intervenendo in caso di inadempienze o violazioni;
  • per contribuire alle situazioni di emergenza sanitaria, collaborando con le istituzioni e fornendo supporto ai medici sul territorio.

L’accelerazione tecnologica dell’ultimo decennio ha insinuato dubbi sulla presenza attiva del medico nel sistema di garanzia della salute; con l’Intelligenza Artificiale i rapporti nel sistema di assistenza e cura del malato sono orientati alle Tecnologie Digitali per la Salute (DHT) offrendo soluzioni innovative per la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e la gestione delle malattie affidati a nuove figure professionali non necessariamente mediche.

I frequenti casi d’intolleranza sfociati in vere e proprie aggressioni non solo verbali a danno di professionisti sanitari, testimoniano la dilagante caduta di valori che espone tutta la categoria a diventare bersaglio di frustrazione, rabbia e insofferenza conseguenti l’assenza di risposte e soluzioni da parte del Sistema Sanitario appesantito e rallentato dal post-pandemia e dalla carenza di risorse finanziarie. Con il DL 137/2024 di contrasto alla violenza, è stato fatto un passo in avanti, ma questo deterrente non prescinde la necessità di un’analisi. Partendo dal mondo medico vanno esaminate cause e responsabilità collettive. Sono necessari interventi strutturali che determinino la corretta percezione culturale ed educazionale della figure mediche e del loro operato. Interventi che ahimè stridono con il perseverare di programmi politici volte a ridurre il finanziamento del Sistema Sanità.

La qualità dei servizi erogati e le conseguenti ricadute sociali del sistema salute non può prescindere la considerazione economica che colloca i professionisti del nostro Servizio Sanitario Nazionale tra i peggio retribuiti dell’Europa. Finché la salute pubblica non verrà considerata prioritaria quale bene produttivo per il Paese, finché la si considererà onerosa e preoccupante voce significativa del bilancio di spesa gli scenari descritti difficilmente potranno invertire la loro tendenza, si consolideranno problematiche quali:

  • carenza del sistema di cura per gli organici insufficienti che schiacciati da surplus lavorativo sono spinti talvolta all’abbandono della struttura pubblica;
  • ricaduta sulle liste d’attesa dove la domanda di specialistica continua a crescere a dispetto della contrazione delle risorse umane;
  • organizzazione basata sul task shifting (trasferimento dei compiti): dalle cure primarie, agli ospedali di comunità, ai primi livelli strutturati d’assistenza e cura, determinando alterazione delle priorità ed evidenti conseguenze per la collettività.

Altro delicato aspetto strettamente connesso alle risorse è quello della formazione. L’esigenza primaria è orientare i giovani attraverso una puntuale valutazione delle necessità. Dobbiamo tenere conto delle stime che indicano già tra cinque anni l’esubero di circa 19 mila laureati destinati ad aumentare negli anni successivi. Dobbiamo impegnarci a fornire ai nostri giovani le giuste indicazioni per orientarsi a percorsi post-laurea professionalizzanti, efficaci, rispondenti alle effettive richieste di specialità dinamiche, in divenire ed auspicate quale risultato di una più intensa connessione tra Università e territorio.

La mia riflessione vorrebbe invitare i colleghi a essere parte nel prossimo quadriennio di azioni volte a contribuire in positivo ai cambiamenti in atto. Dobbiamo lavorare insieme per migliorare la condizione ormai sofferente della professione medica, dobbiamo interrogarci sui chi e come saranno i medici del prossimo secolo, dobbiamo – come nelle migliori famiglie – contribuire al futuro delle nuove generazioni. La famiglia medica deve ricompattarsi intorno ai valori fondanti di dedizione alla cura e all’assistenza di chi ne abbia necessità, la nostra famiglia ordinistica può intraprendere un percorso di avvicinamento e di conoscenza per contribuire concretamente al futuro della categoria.

Ricordo che grazie alla preziosa iniziativa del personale interno l’Ordine ha investito ed investe annualmente in progetti formativi rivolti agli iscritti, che la nostra Segreteria è disponibile per supportare ed orientare ciascuno di voi rispetto ad ogni atto, obbligo, adempimento attinente la professione. Anticipo – infine – che sarà cura di questo Direttivo favorire e stimolare le occasioni di confronto e reciproca crescita.