Decidere in medicina – Parte prima
A cura di
di Christian Bracco ed Elvio Russi

Fattori che influenzano la decisione medica: tra evidenza, contesto e persona
In medicina, decidere non è mai un gesto automatico. È il momento in cui la professione si fa arte, e l’arte si confronta con i limiti della scienza.
È lì che si incontrano – e talvolta si scontrano – conoscenza scientifica, esperienza clinica e valori umani.
Non basta applicare linee guida o protocolli. Prendere “la decisione giusta” significa entrare nel merito, valutare, adattare. Significa riconoscere che ogni paziente è diverso, e che nessun algoritmo potrà mai cogliere da solo la complessità della vita reale.
Ogni giorno, i medici affrontano scelte che non riguardano solo numeri o percentuali, ma persone: con la loro storia, le loro aspettative, le loro paure. È qui che il decision making clinico diventa qualcosa di più: un atto di responsabilità che tiene insieme rigore scientifico, esperienza e capacità di ascolto.
Per comprendere davvero la portata di questo processo, abbiamo scelto di dividerlo – per necessità espositive – in tre sezioni, che esploreremo nei prossimi numeri.
Ognuna affronterà un nodo cruciale:
- I fattori che influenzano le scelte mediche.
- Gli strumenti a disposizione (studi clinici, revisioni sistematiche, linee guida).
- Le implicazioni giuridiche e deontologiche, soprattutto alla luce della Legge Gelli-Bianco.
Un percorso articolato, sì, ma necessario
per restituire complessità e valore a uno degli aspetti più delicati della pratica medica.
Nel processo decisionale clinico, la definizione del trattamento più appropriato non è mai un’operazione puramente tecnica. È il risultato di una valutazione articolata, che integra dimensioni biologiche, cliniche e umane.
È qui che si inserisce il modello della medicina basata sulle evidenze (Evidence-Based Medicine, EBM)1, che non si limita all’applicazione meccanica di protocolli, ma richiede la sintesi critica tra le migliori evidenze scientifiche disponibili, il giudizio e l’esperienza clinica del medico
e i valori del paziente.
Per orientare questo processo, è utile distinguere tre assi fondamentali che ne costituiscono l’impalcatura: malattia, paziente e trattamento.
1. La malattia: il fondamento biologico
Ogni decisione medica parte dalla comprensione del quadro patologico. Tuttavia, “la malattia” non è una categoria astratta, né omogenea. Cambiano il tipo di patologia, la sua evoluzione clinica, la presenza di comorbidità e, sempre più spesso, la sua caratterizzazione molecolare.
Oggi, grazie alla medicina di precisione, è possibile identificare alterazioni genetiche
e biomarcatori che guidano la scelta terapeutica. Ad esempio, nel carcinoma polmonare non a piccole cellule, la presenza di mutazioni EGFR o di riarrangiamenti ALK modifica radicalmente l’approccio terapeutico.
La malattia non è più solo “un tumore”, ma un’entità biologica unica, con specificità da riconoscere e trattare in modo mirato.
2. Il paziente: individualità clinica e valoriale
Accanto alla malattia, il secondo asse decisionale è rappresentato dalla persona che ne è portatrice. Età, fragilità, stato funzionale, storia clinica pregressa, ma anche cultura, convinzioni personali e obiettivi di vita, influenzano profondamente la scelta terapeutica.
Due pazienti con la stessa diagnosi possono avere indicazioni differenti, perché diverso è il loro contesto, la tollerabilità attesa alle cure e la prospettiva individuale rispetto alla malattia.
Il processo decisionale non si limita a “curare la patologia”, ma richiede di “curare il paziente” nella sua interezza.
3. Il trattamento: tra efficacia e tollerabilità
Il terzo elemento chiave riguarda il profilo del trattamento disponibile. Anche quando una terapia si dimostra efficace a livello statistico,
il medico deve chiedersi:
- Quanto è alto il beneficio atteso nel caso specifico?
- Quali sono i potenziali effetti collaterali?
- Il rapporto beneficio/rischio è favorevole per quel paziente?
L’efficacia clinica, infatti, va sempre contestualizzata. Una terapia intensiva può essere indicata in un paziente giovane e motivato, ma risultare inadeguata in un soggetto anziano, fragile o con aspettative diverse.
Ogni scelta terapeutica richiede di bilanciare dati scientifici e sostenibilità individuale.
Una scelta complessa ma necessaria.
Questa tripartizione – malattia, paziente, trattamento – non va intesa come una procedura lineare, ma come una griglia interpretativa che aiuta a orientare il giudizio clinico.
Il medico non agisce mai in un vuoto decisionale, ma in un contesto fatto di conoscenze in evoluzione, strumenti di supporto, ma anche vincoli organizzativi, pressioni emotive e responsabilità etiche.
Proprio per questo, la medicina delle evidenze deve essere anche medicina della persona, capace di leggere la complessità clinica alla luce della singolarità di ciascun individuo.
Anticipazione: la bussola della scelta
Nella prossima sezione approfondiremo gli strumenti che orientano il processo decisionale: studi clinici, revisioni sistematiche, metanalisi e linee guida. Vedremo come vengono prodotti, quali sono i loro limiti e come possano essere utilizzati in modo critico e consapevole nella pratica clinica. Inoltre, vedremo come queste abbiano acquisito anche una valenza giuridica.
Perché decidere, in medicina, significa anche sapersi orientare tra le evidenze, con rigore metodologico e responsabilità professionale.
Box.Clinico
Una donna di 82 anni, affetta da fragilità cardiovascolare, riceve una diagnosi di carcinoma mammario ormonoresponsivo. Le opzioni terapeutiche raccomandate comprendono un intervento conservativo (escissione ampia) seguito da radioterapia, oppure una chirurgia radicale (mastectomia), in entrambi i casi seguite da ormonoterapia. La paziente, dopo essere stata adeguatamente informata, opta per una mastectomia, pur consapevole dell’impatto sull’immagine corporea, motivando la scelta con la volontà di evitare il percorso radioterapico – reso logisticamente complesso dalla distanza dal centro di riferimento – e di semplificare il più possibile la gestione della propria quotidianità. La decisione, pienamente informata e coerente con i suoi valori, viene condivisa e rispettata
Bibliografia
- Straus, Glasziou, Richardson, Haynes. Evidence-Based Medicine: How to Practice and Teach EBM, 5° edizione. Edinburgh London New York: Elsevier, 2018