Alberto Arnaudo

Tutti contro – Storia di un ragazzo difficile

Foto di copertina Chiara Arnaudo

Edizioni Medicina delle Dipendenze, 2024

Pagine 186 – €15

ISBN 978-88-943422-8-4


Il libro non è in commercio, può essere richiesto via mail (link to mail)  o presso l’editrice CLaD Onlus – Verona. La spesa è deducibile in quanto donazione liberale a una Onlus

L’opera narrativa del dott. Alberto Arnaudo, già direttore del Ser.D. di Cuneo, fonde abilmente esperienza clinica e sensibilità letteraria. Il libro racconta la storia di Giuseppe, un giovane coinvolto in vicende giudiziarie legate allo spaccio e al consumo di stupefacenti, la cui vicenda viene ricostruita attraverso lo sguardo di uno psichiatra incaricato di redigere una perizia di parte.

Quello che in apparenza sembra un caso come tanti si rivela, con l’approfondimento clinico e umano, un esempio emblematico delle conseguenze della mancata diagnosi di un disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD). La narrazione mette in luce come tale disturbo, spesso erroneamente considerato confinato all’infanzia, possa accompagnare l’individuo nell’età adulta, influenzandone pesantemente il comportamento e la capacità di adattamento sociale. Nel caso di Giuseppe, l’ADHD non riconosciuto ha portato a una vita segnata da insuccessi scolastici, relazioni conflittuali e un progressivo scivolamento verso la dipendenza da sostanze, usate nel tentativo di “automedicare” sintomi ingestibili.

Il testo è arricchito da un impianto narrativo curato, che alterna momenti di fiction a passaggi più esplicitamente didascalici, senza mai perdere la tensione narrativa. La voce dello psichiatra, che ricostruisce la storia a posteriori come case report in un convegno scientifico, consente di esplorare in profondità i temi del disagio giovanile, della vulnerabilità psichiatrica e del ruolo – spesso marginale e tardivo – dei servizi sanitari nell intercettare precocemente il bisogno.

Recensione

Tutti contro – Storia di un ragazzo difficile

Con Tutti contro, il dott. Alberto Arnaudo, già direttore del Ser.D. di Cuneo e figura di riferimento nella medicina delle dipendenze in Piemonte, ci consegna una testimonianza potente, sotto forma di romanzo, sul legame profondo tra disturbi del neurosviluppo e patologie da dipendenza. Attraverso la figura di Giuseppe, giovane recidivo in attesa di giudizio, viene narrata una storia esemplare che mette in luce quanto l’ADHD – spesso sottovalutato o misconosciuto – possa diventare il terreno fertile per comportamenti a rischio, soprattutto quando l’intervento diagnostico e terapeutico è assente o tardivo.

Il testo si apre con una scena apparentemente mondana, ma presto si trasforma in un’indagine clinica e umana che attraversa la storia di Giuseppe dall’infanzia fino alla sua permanenza in comunità. Lo psichiatra incaricato di redigere una perizia di parte scopre poco a poco come dietro la condotta del giovane non ci sia solo la tossicodipendenza, ma una condizione cronica di disadattamento e fragilità, aggravata dalla mancanza di riferimenti educativi e sanitari efficaci.

La narrazione, elegante e sorvegliata, alterna momenti di racconto coinvolgente a riflessioni esplicative che illustrano con chiarezza i meccanismi dell’ADHD e la sua correlazione con i comportamenti impulsivi, l’automedicazione con sostanze, la ricerca spasmodica di stimoli. Giuseppe, in questo senso, diventa il paradigma di una gioventù invisibile, che non trova nella scuola né nella famiglia una rete in grado di riconoscere e accogliere il suo disagio.

Il libro si rivela così doppiamente utile: da una parte è una lettura coinvolgente e profonda sul piano umano; dall’altra rappresenta uno strumento di sensibilizzazione per chi opera nel campo della salute mentale e della medicina delle dipendenze. È anche un richiamo all’importanza dell’anamnesi accurata e della diagnosi precoce, soprattutto nei casi in cui la devianza nasconde una fragilità psichiatrica misconosciuta.

Il finale aperto, che evita la semplificazione o la facile redenzione, restituisce alla narrazione un ulteriore spessore: quello della realtà complessa, sfaccettata, spesso priva di risposte definitive. Arnaudo non offre soluzioni, ma strumenti per capire meglio — e forse per intervenire prima.

Una lettura consigliata a tutti i colleghi interessati ad approfondire il rapporto tra mente e comportamento, tra diagnosi mancate e percorsi di recupero, tra medicina e narrativa.

Estratto significativo

«[…] è stato impossibile intervenire efficacemente, lasciando il protagonista della vicenda, e i suoi prossimi, in balia della patologia. E delle sue conseguenze. Ciò deve richiamare l’attenzione di noi tutti nel tenere sempre presente la possibile esistenza di un disturbo ADHD sia in età infantile, sia – ove si verificasse un caso analogo a quello che ora descriverò – in età post-adolescenziale o addirittura adulta […]».

da Tutti contro, pag. 6

L’autore

Alberto Arnaudo, medico e scrittore, ha diretto per oltre vent’anni il Servizio per le Dipendenze (Ser.D.) dell’ASL CN1. Fondatore e attuale direttore scientifico della rivista Dal Fare al Dire, è autore di numerosi racconti e romanzi, sempre in equilibrio tra medicina, letteratura e impegno sociale. Tra le sue opere ricordiamo Il rumor del bosco, Davanti agli occhi di tutti, L’uomo di burro e Post Covid. Con il racconto Il museo del tempo ha vinto il Premio Cronin 2023, concorso letterario nazionale rivolto ai medici. La sua scrittura si distingue per uno stile limpido e profondo, capace di dare voce ai silenzi della sofferenza.

Consigliato a

Medici, psicologi, educatori, studenti, genitori, operatori del terzo settore e a tutti coloro che desiderano comprendere meglio il legame tra salute mentale e comportamenti giovanili a rischio.